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Studio della Fondazione Agnelli: “In Calabria quattro Atenei ma gli studenti emigrano”      
  13 febbraio 2014
 


CATANZARO. “Malgrado la presenza di quattro Atenei, la Calabria registra un saldo di immatricolati negativo. Su 100 immatricolati calabresi, infatti, poco più di 60 si iscrivono nelle università calabresi, mentre gli altri decidono di iscriversi altrove; viceversa solo 4 immatricolati su 100 negli atenei calabresi provengono da altre regioni” .È quanto emerge dalla ricerca della Fondazione Agnelli presentata a Catanzaro nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede di palazzo Alemanni, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, dei Rettori dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, e della “Magna Graecia”, Aldo Quattrone, dell’editore Florindo Rubbettino, del direttore della Fondazione “Giovanni Agnelli”, Andrea Gavosto, e del ricercatore Matteo Turri. Un’analisi completa sul sistema universitario calabrese, partendo dai temi cruciali della mobilità degli studenti e della struttura economica degli Atenei. Il volume è statopromosso dalla Regione Calabria e permette di analizzare i fenomeni che riguardano i temi cruciali della politica universitaria. Un’occasione di confronto, dunque, così come si è dimostrata nel momento in cui i ricercatori hanno potuto confrontarsi con le analisi dei Rettori. La condizione calabrese, secondo gli autori della ricerca, evidenzia “criticità preoccupanti nel sistema universitario regionale”. Si tratta, infatti, secondo la Fondazione Agnelli, di una condizione di “scarsa fiducia nella qualità dell’offerta universitaria locale”, a cui si aggiungono “le modeste prospettive occupazionali, ma anche considerazioni legate al costo dell’investimento nell’istruzione universitaria”. Da qui le proposte della stessa Fondazione, che ha sponsorizzato la necessità di puntare sul “fattore campus” e sulla “mobilità virtuosa”. Nel primo caso si tratta di un sistema già sviluppato in Calabria e su cui bisogna insistere con maggiore vigore e concretezza; nel secondo occorre fare in modo, è stato ribadito, “che lo studente che dovesse scegliere di studiare fuori regione possa poi rientrare in Calabria”.Temi delicati, non completamente condivisi dai rettori Crisci e Quattrone. Secondo Quattrone, infatti, “c’è intanto in Calabria una offerta formativa diversificata che ci permette di fare sistema”. Secondo il Rettore dell’ateneo di Catanzaro, “solo uno studente su 4 emigra dalla Calabria per studiare, riscontrando - ha spiegato - un dato positivo nonostante la qualità della vita e la situazione economica della regione”. Ma il Rettore ha voluto porre l’accento sul fatto che per avere gli stessi parametri di offerta “occorre introdurre il costo medio per studenti per evitare gli squilibri che esistono oggi tra Università del Nord e quelle del Sud, considerato che una equiparazione dei costi porterebbe 60milioni di euro in più all’anno alle università calabresi”. Un tema su cui Quattrone ha chiesto il sostegno anche da parte della Regione, ricordando anche che le università calabresi hanno le tasse per gli studenti più basse degli altri Atenei italiani. Anche il Rettore Crisci si è soffermato su questi temi, aggiungendo che “i tagli sono stati fatti in parti uguali, senza tenere conto del contesto territoriale e penalizzando, quindi, le Università più disagiate dal punto di vista territoriale”. Al centro delle differenziazione, dunque, è stato ribadito, non c’è la qualità delle università, ma un problema di natura economica e di portata degli investimenti. L’assessore Caligiuri si è detto soddisfatto per il confronto che è nato con la pubblicazione della ricerca, affermando: “È dagli anni Sessanta che nessuno ha mai parlato delle strategie per le università calabresi. Le Università sono troppo importanti per restare in mano solo agli universitari, occorre aprirsi”. Rispetto al sostegno garantito dalla Regione, l’assessore alla Cultura ha spiegato che “continuiamo a contribuire con 4,9milioni annui, che non sono mai stati ridotti nonostante i tagli generalizzati. Le università sono il futuro della nostra regione - ha concluso Caligiuri - per questo dobbiamo aumentare la qualità dell’istruzione in Calabria”.


 
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