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Le mani della ‘ndrangheta su Milano: nuova fiction su Canale 5      
  12 marzo 2014
 


MILANO. Parlare di mafia infiltrata al nord è sempre meno un tabù, soprattutto in televisione. Nella prima serata di Canale 5 arriva, venerdì 14 marzo, la fiction “Le mani dentro la città”, che in sei puntate cercherà di raccontare il rapporto fra criminalità organizzata, politica ed economia di quest’area del Paese, attraverso le vicende della famiglia Marruso, che nel racconto è a capo della “Locale Lombardia”, “una famiglia dalle radici calabre ma dai frutti lombardi”. La “città” del tritolo è Milano (con un richiamo all’opera di Francesco Rosi), rappresentata nella locandina dai nuovissimi grattacieli che ne hanno cambiato repentinamente il volto e che apparirà sugli schermi coi suoi tram, i suoi cortili, le strade e gli aeroporti. Ma il cuore della storia, che inizia con la chiusura di una fabbrica risucchiata nel vortice di interessi della malavita, è a Trebbiate, una cittadina dell’hinterland con nome di fantasia che evoca i luoghi in cui la magistratura ha scoperto infiltrazioni così consolidate da non sembrare vere. È dalla cronaca che la fiction, prodotta da Taodue Film di Mediaset per la regia di Alessandro Angelini, ha infatti tratto ispirazione. Una cronaca tanto incalzante da costringere in più di un’occasione a cambiare la sceneggiatura, firmata anche da Claudio Fava. Perché è in un bagno di realtà, ha spiegato il produttore Pietro Valsecchi, che è immersa l’arrampicata sociale dei Marruso, portata in scena da Simona Cavallari, Giuseppe Zeno, Giulio Beranek, Marco Rossetti e da un cast consolidato. La “montagna di denaro” mossa dal crimine organizzato nelle terre della finanza e dell’imprenditoria è il fil-rouge della fiction che interpella anche la politica che per tanto tempo ha minimizzato la presenza mafiosa al nord. Fava ha ricordato per esempio che “un’organizzazione criminale come la ‘ndrangheta non si pone problemi territoriali, investe dove c’è ricchezza da costruire e impunità da garantire”. E non da ora, visto anche che i mafiosi della fiction “parlano in dialetto brianzolo, perché - ha aggiunto lo sceneggiatore e vice-presidente della commissione parlamentare Antimafia - questa è la realtà, sono ormai la seconda o la terza generazione nate e cresciute qui”. Simbolica la location della presentazione della serie tv di Mediaset, non l’unica recente sul tema (come ‘L’assaltò di Rai Fiction): il belvedere al 39/o piano di Palazzo Lombardia, con il suo terrazzo panoramico. La politica, dunque, visto che è la sede della Regione, oltre che uno dei grattacieli che appaiono nella locandina. Ma anche uno sguardo privilegiato sulla terra dell’Expo che fa gola alla criminalità in giacca e cravatta.

A.F.





 
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