8 aprile 2014
CATANZARO. Grande chiusura per la stagione artistica del Politeama che ha fatto registrare un significativo e incoraggiante incremento degli abbonamenti e dello “sbigliettamento”. Martedì 15 e mercoledì 16 aprile toccherà a Massimo Ranieri, sempre amatissimo da un vasto pubblico, calcare il palcoscenico del teatro catanzarese con il suo ultimo lavoro, firmato da Maurizio Scaparro, dedicato al grande Raffaele Viviani. Uno spettacolo fortemente inseguito e voluto dal Sovrintendente del Politeama, Mario Foglietti, amico personale da molti anni di Ranieri. Prezioso e singolare spettacolo, il “Viviani Varietà”, Scaparro lo ha felicemente costruito per il talento di Ranieri. Siamo a bordo di una nave che viaggia da Napoli a Buenos Aires con un carico di emigranti. Sottotitolo dello spettacolo: “poesie, parole e musiche del teatro di Raffaele Viviani, in prova sul piròscafo Duilio”. L’artista partenopeo organizzò con i suoi attori, sul bastimento che lasciava l’Italia nel 1929, l’anno della crisi, un intrattenimento di parole e musica per celebrare, anche in terza classe, il passaggio dell’equatore. In realtà, erano delle vere e proprie “prove” in vista degli spettacoli sui palcoscenici di Buenos Aires. Proprio ondeggiando sulla massa d’acqua, richiamati dalla canzone d’apertura si susseguono gli sketch dei sei attori e s’affacciano le figure popolari, il cantiniere e il tammorraro, il cafone e il malavitoso, con le loro espressioni vernacolari, i sapidi modi dire, l’eccessivo gesticolare aiutate da una musica asciutta, essenziale, molto stilizzata nelle armonizzazioni (opera del bravo Pasquale Scialò che ha “aggiornato” le partiture) del quintetto di strumentisti, menzione speciale per il batterista/attore Mario Zinno e il fiatista Donato Sensini. Al direttore dello spettacolo, Massimo Ranieri, tocca il compito di cucire le varie parti, di mostrare come si fa ai suoi attori (Roberto Bani, Ernesto Lama, Ivano Schiavi), di lodare e correggere, nell’alternanza di momenti comici e malinconici, di esuberante divertimento e inevitabile cupezza con la presenza di tante perle scelte dal repertorio vivianeo compresi alcuni canti scenici che sono poi volati via dalle commedie originarie e hanno acquistato una loro autonomia (da Bammenella ‘e coppe e quartiere, in un’entusiasmante interpretazione di Massimo Ranieri, in forza e in voce, applaudito a scena aperta a Carmen Zucconas, con tutta la filastrocca di esse, in bilico tra le due soubrette, Ester Botta e Angela de Matteo fino a Lavannarè ). Uno spettacolo venato di allegria eppure attento, nel solco di quella grande maestria, quella maniera poetica e leggera di rappresentare uno spaccato di società popolare, col ricorso al vernacolo e alla danza.
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