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Porto di Gioia Tauro, Raffa: “Sono urgenti misure per lo sviluppo dello scalo”      
  12 settembre 2014
 


REGGIO CALABRIA. Una vetrina internazione per rilanciare l’appello al Governo sulla necessità di immediati interventi in grado di agevolare lo sviluppo del porto di Gioia Tauro. Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, non si è fatto sfuggire l’occasione fornitagli dalla “Convention 2014 Eba Ibla” (organizzazioni internazionali che forniscono i servizi tecnico nautici agli scali marittimi di tutto il mondo) che si è svolta a Santa Trada di Villa San Giovanni sul tema “L’Europa dei porti: uno sguardo verso il futuro”. L’appuntamento è stato curato dall’Associazione Nazionale Gruppo Ormeggiatori Porti Italiani (ANGOPI) ed ha registrato la presenza di convegnisti provenienti da tutta Europa. I partecipanti alle varie sezioni di lavoro hanno avuto anche la possibilità di interfacciarsi in teleconferenza con Dimitri Theologitis, Capo Unità trasporti marittimi e politica portuale DG Move Commissione Europea. “Non potevo certo farmi sfuggire l’occasione per rilanciare con forza - ha detto Raffa a margine del convegno - un tema di grande attualità legato alla sviluppo del territorio che oltre alla sua atavica arretratezza è chiamato a fare i conti con il grave momento di crisi nazionale e internazionale. La provincia di Reggio e l’intera Calabria non avrebbero futuro se non si puntasse alla valorizzazione e allo sviluppo dell’esistenze e delle loro potenzialità. E il porto di Gioia Tauro rappresenta una straordinaria realtà attorno alla quale si rende indispensabile creare nuove prospettive di lavoro e sviluppo. Ecco perché, nel porgere il saluto istituzionale ai convegnisti ho ribadito la necessità dell’urgente varo di misure per fare di Gioia Tauro il volano di sviluppo di Reggio e del resto della regione”. ”L’autorevolezza dell’uditorio e la partecipazione in teleconferenza del responsabile per le politiche internazionali dell’Unione Europea Dimitrios Theologitis - ha detto ancora Raffa -rappresentavano l’occasione per mettere al centro dell’agenda politica italiana e comunitaria il porto gioiese. Innanzitutto del Governo Renzi, il quale, purtroppo, non ha dato quelle risposte che noi tutti ci aspettavamo. Infatti, se guardiano con attenzione il testo del cosiddetto “Decreto del fare”, nonostante i proclami, non c’è quasi nulla di significativo sulla portualità nazionale. L’articolo 29 di tale provvedimento si caratterizza per il rimpallo di scadenze e, per quanto ci riguarda, nulla sul rilancio di Gioia Tauro le cui potenzialità, se sfruttate a dovere, porterebbero in Calabria sviluppo e occupazione. Visto che il decreto non è stato ancora firmato dal Capo dello Stato, credo che ci sia ancora la possibilità per inserire misure sullo scalo reggino: l’istituzione della Zes, la diminuzione delle tasse di ancoraggio, la defiscalizzazione del lavoro e di tutta una serie di iniziative rivoluzionarie per il futuro sviluppo economico ed occupazionale del territorio. Gioia Tauro non ha bisogno di proclami. Lo stesso dicasi per la portualità italiana che, come riconosce lo stesso capo del Governo, rappresenta per il nostro Paese una grossa spinta aggiuntiva alla crescita economica e occupazionale. Sole belle promesse, proclami. L’esempio? Oggi dei 100 milioni di container diretti all’Europa i porti italiani ne prendono solamente il 5%. Uno scandalo. Tutto questo nonostante siamo contemporaneamente i porti più vicini al Canale di Suez e siamo i più vicini al mercato europeo. E se le navi utilizzassero i nostri porti per consegnare le merci in Europa brucerebbero meno combustibile, arriverebbero prima a destinazione e il nostro Paese, a partire dal Sud - ha concluso Raffa - trarrebbe grandi benefici dal punto di vista degli introiti fiscali e della manodopera impiegata nella gestione dei porti, dei trasporti e della logistica”.

 
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