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Comune di Ricadi: chiesta l’incandidabilità per tre ex amministratori      
  12 settembre 2014
 


VIBO VALENTIA. Il Ministero dell’Interno, sulla scorta della legge antimafia, ha chiesto al Tribunale di Vibo Valentia (che ha fissato l’udienza per il 5 novembre prossimo) l’incandidabilità di tre ex amministratori del Comune di Ricadi, sciolto per infiltrazioni mafiose l’11 febbraio scorso. L’incandidabilità alle prossime elezioni interessa l’ex sindaco Pino Giuliano, l’ex assessore all’Urbanistica ed ai Lavori pubblici Giuseppe Di Tocco, e l’ex consigliere di minoranza Francesco Saragò. Secondo il decreto di scioglimento per mafia del Comune di Ricadi, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, la Prefettura di Vibo ed il Viminale contestano all’ex sindaco, Pino Giuliano, di aver realizzato un proprio complesso turistico servendosi di una ditta vicina ad una cosca, assumendo poi in tale struttura il congiunto di un capoclan ed un killer del clan La Rosa poi passato fra i “pentiti”. Nel settore dei lavori pubblici, la manutenzione della rete idrica sarebbe invece finita ad una ditta in odore di mafia, mentre le abitazioni abusive di soggetti legati alla criminalità non sarebbero mai state demolite ed il demanio marittimo sarebbe stato occupato abusivamente da parenti degli amministratori. Sindaco e assessore, avrebbero poi affidato il Piano spiagge a tecnici esterni “senza alcuna selezione”. Uno sacerdote, zio del consigliere Saragò, sarebbe invece andato dal boss Pantaleone Mancuso (cl. ‘47) a chiedere voti per il nipote.

 
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